16 luglio 2008

Parlamentare o per..lamentare?


ROMA - «Rappresenta una immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità». Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia, e le deputate Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa ce l’hanno con lo spot della Tim trasmesso in questi giorni in televisione. Per questo annunciano «un’ interpellanza urgente in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati». Secondo le tre parlamentari, il messaggio veicolato dalla pubblicità della compagnia telefonica, che è rivolto «al largo pubblico, specialmente adolescenziale», finisce per «sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili».
SESSUALITA’ ANNI 70 - «Nella pubblicità - dicono - si evidenza chiaramente come non vi sia la certezza della paternità di un nascituro che viene ridotto, quindi, al prodotto del gioco di una notte, che peraltro rispolvera un concetto della sessualità tipico degli anni ‘70 oramai superato. Mettere al mondo un figlio - concludono - è un atto di amore e di responsabilità che non può essere svilito e offeso per mere speculazioni commerciali».
RADUNO - Nello spot finito nel mirino, si vede una giovane in una sorta di raduno hippie: la protagonista, dopo aver fatto il test di gravidanza, comunica via sms la sua maternità a una serie di ragazzi e di uomini. Per tutti lo stesso messaggio: «Avremo un bambino».

Questo è il testo completo di un articolo, apparso oggi nell'edizione on-line del Corriere della Sera. Sinceramente, io credo che siano questi commenti ad essere ormai superati e non il "concetto di sessualità tipico degli anni ‘70" espresso nello spot. Ma come fanno queste tre donne a credere che, al giorno d’oggi, uno spot televisivo possa portare i nostri adolescenti a "sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili"? Come possono pensare che una campagna, nata con l’intento di far sorridere la gente, rappresenti “un’immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità"? Le donne e gli adolescenti d’oggi non sono così cretini. Assorbono quotidianamente informazioni di ogni tipo, ma sono anche capaci di rielaborarle nel modo corretto (perchè hanno un “loro” cervello: anche se, forse, le tre parlamentari credono che non ce l’abbiano...). Sono molto superficiali nell’affrontare temi come la maternità e il sesso, ma hanno a loro disposizione migliaia di risorse per capirli a fondo (visto che, spesso, la superficialità dei figli nasce dalla mancanza di una guida "genitoriale" sana e corretta). Questo commento mi sa tanto della “mamma superprotettiva che cerca di proteggere il figlio da una società sempre più corrotta”: una figura, purtroppo, ancora troppo diffusa in Italia. Perchè, invece di “un’interpellanza urgente in commissione”, queste tre donne non chiedono ai genitori italiani di passare più tempo con i loro figli, evitando di delegare alla televisione o ad altri il loro ruolo di "guida" nella vita? Alle tre parlamentari, invece, chiedo soltanto una cosa: lamentarsi per un senso “vero”, non senza senso... (visto che vi paghiamo per fare altro...).

Per approfondimenti:
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_16/spot_tim_polemiche_e8ee2bca-531e-11dd-a364-00144f02aabc.shtml

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