29 luglio 2008


Tratto da www.corriere.it
Usa, i gay contro la Nike: «Spot omofobico»

SAN FRANCISCO (Stati Uniti) - La Nike ha deciso di ritirare una pubblicità per le scarpe di basket, dopo che un cartellone che la riproduceva è stato ritenuto offensivo dalla comunità gay di San Francisco, la città della California in cui gli omosessuali sono particolarmente attivi.

FELLATIO SOTTO CANESTRO - La Nike omofobica? Questa è l’accusa che gli attivisti omosessuali hanno rivolto alla più famosa società di scarpe e abbigliamento sportivo del mondo, dopo l’uscita dei nuovi cartelloni pubblicitari ora ritirati. Nella pubblicità incriminata, realizzata in occasione dell’ uscita di uno nuovo modello di scarpe, le Hyperdunk, si indovina la faccia di un giocatore di basket tra le gambe di un suo avversario, mentre schiaccia il pallone. Forse un pò esagerando, l’immagine è stata giudicato un riflesso dell’implacabile omofobia degli eterosessuali, perchè potrebbe far pensare ad un atto di fellatio.
CARTELLONI E STREETBALL - I cartelloni erano apparsi nei giorni scorsi in molte strade tra San Francisco e New York, in particolare nei quartieri «cult» dello streetball, cioè basket in strada, come Harlem, lo storico quartiere nero della Grande Mela. Le prime critiche, però, sono arrivate subito, a partire dal sito web dedicato al costume Gawker.com, uno dei più popolari negli Usa, che non ha esitato a prendere in giro i gay americani chiedendosi se non siano «baskettofobi». «L’intenzione della pubblicità non è di offendere gli omosessuali, ma si riferisce puramente al basket, con il gesto tipico gesto sportivo di schiacciare la palla contro l’avversario» ha spiegato la Nike alla stampa, dichiarandosi stupita dalla reazione decisamente esagerata dei gay americani.

Anche i gay di San Francisco scendono in piazza, per avere il loro giorno di gloria sui giornali. Spuntandola egregiamente, visto che la Nike ha deciso di ritirare tutte le pubblicità in questione. Se fossi stato gay, non mi sarei sentito particolarmente offeso da questa immagine (studiata sicuramente ad hoc per destare scalpore, ma non per risultare economicamente controproducente). In fondo, rappresenta soltanto un giocatore che, effettuando una schiacciata, sommerge col suo corpo l’avversario di turno. Tutto ciò che va “oltre” questa descrizione (e bisogna avere davvero molta fantasia per immaginare una “fellatio” tra due gay) è soltanto malizia. Tanti, troppi doppi sensi riguardanti il sesso sono presenti nelle trasmissioni e nelle campagne pubblicitarie di oggi, ed io le ritengo la conseguenza di un recente passato troppo oppressivo sull’argomento (il sesso era tabù, nella società degli anni 50...). Oggi però si è arrivati ad ottenere il risultato opposto: assoluta libertà e voglia di parlarne a tutti i costi, senza pudori. Per carità, è una cosa giusta, perchè la completa libertà di espressione dell’individuo deve essere sempre rispettata. Ma così facendo, alla lunga, si finirà per “snaturaturare” l’amore, riducendolo ad un semplice atto meccanico privo di sentimento. Proviamo a non vedere più il doppio senso in tutto ciò che ci circonda, per ritrovare semplicità e chiarezza nelle cose. Usando, ad esempio, la parola “scopare” in un contesto adeguato e attribuendole il suo vero significato (spazzare via con la scopa).

28 luglio 2008

Donna qualunque? No, donna "qualcuno"


Tratto da www.affariitaliani.it
Sesso/ “ Vuoi la mia foto nuda? Basta che mi ricarichi il telefonino”.
Mi faccio vedere nuda, tu in cambio mi fai una ricarica? Oggi gli affari migliori si fanno sul web. Anche quando si tratta di giovani ragazze che vendono i loro corpi. Per pochi euro. Per arrotondare la paghetta dei genitori che non basta per uscire la sera, o ancora per comprarsi i vestiti griffati. O per ricaricarsi il cellulare e parlare con gli amici. Così dopo l’episodio della ragazzina che vendeva le sue foto, nuda, ai compagni, per qualche spicciolo, per comprarsi i vestiti di marca, o le studentesse che a Venezia sono state sospese perché vendevano le loro immagini osè dei loro corpi ai compagni, ora su internet si può facilmente trovare chi vende il proprio corpo attraverso una web cam in cambio di una ricarica al cellulare. Sulle bacheche che si trovano in internet ci sono veri e propri tariffari. Dieci, quindici, venti euro. A seconda del tipo di fotografia. “Vuoi una foto di me nuda – scrive Sexyfavola, una delle tante ragazzine che si trovano on line – il prezzo? Dipende dalla posizione”. E via la descrizione. Una foto del seno costa 10 euro. La tariffa sale se la si vuole vedere nuda. Completamente. Gli annunci si trovano sulle tanto conosciute bacheche virtuali, dove ormai si trova di tutto bakeca.it. Idem sui siti di Kijiji. GLI INCONTRI- Così navigando per la rete si incontrano nomi come Alina, Tiziana, Elena, Monica oppure nickname da teenegers come Sexyfavola o Stefybella. Quando le contatti raccontano di essere maggiorenni, ma l’età reale potrebbe essere anche molto diversa. Qualcuna confida di essere minorenne e di essere decisa ad arrotondare vendendo un po’ di se in rete. Dalle foto, vere al 100% assicurano, all’intimo usato, e poi spogliarelli o addirittura sesso al cellulare. C’è ne davvero per tutti i gusti. C’è anche chi propone un vero e proprio tariffario di ricariche che variano in base la tempo della prestazione. LA PROPOSTA - Decidiamo di contattarne una. Alina, una delle ragazzine che scrivono sulla bacheca, dice di avere 18 anni, ma poi confessa di averne qualcuno in meno. Dopo la nostra mail ci risponde: “ Vuoi uno spogliarello – ci dice Alina – 50 euro e mi spoglio in web. Giuro che ne vale la pena. Ma se è troppo e vuoi solo qualche foto te le mando per 10 euro”. Il motivo per cui lo fa è semplice. “ Sono una bella ragazza – dice- così riesco a guadagnare qualcosa e comprarmi borse e vestiti firmati. Senza nessuna fatica”. I clienti, generalmente, devono accontentarsi solo di incontri “virtuali”, ma fra queste cyber-squillo c’è anche chi offre la possibilità di un incontro reale “Ma solo ai + pazienti e genero$$$i darò la giusta ricompensa!!!;-) “ scrive Sexyfavola che sulla prima pagina si presenta come Lolita. Ma con qualche soldino in più, sempre via ricarica telefonica, si può avere anche un incontro. “ Dove ovviamente non si tocca”. MASCHI - Ci sono anche uomini che si offrono, in video, a uomini e donne in cambio di ricariche del cellulare. Come Veromaschio che scrive “ Per qualche euro ti faccio vedere il paradiso”. Ma non solo. Se non si è rimasti soddisfatti sul web ci sono anche i clienti, che avvisano gli altri naviganti “attenzione a stallone si fa ricaricare il cellulare ma poi non lo si vede mai”. Un mondo insomma dove ormai tutto si compra con il proprio corpo. Soprattutto se si è ragazzine e si è disinibite.

Se penso a mia figlia, mi vengono i brividi. Per il Dio Denaro, queste ragazze sono disposte a fare letteralmente di “tutto”. Non hanno mezze misure e svendono la loro intimità con la stessa naturalità e leggerezza di una porno-attrice. Rileggendo l’articolo più volte non mi sento, però, di dare colpe eccessive a queste ragazze dai “facili costumi”, visto che le considero “vittime” tanto quanto i loro “clienti guardoni”. Vittime di uno dei mali più subdoli della nostra società: la “voglia di apparire”. Pensateci un attimo: perchè una ragazza normale, con una famiglia normale, una vita normale, decide di spogliarsi davanti ad una web-cam?
1. Per i soldi. Necessari a comprarsi la borsa, la maglietta, le mutande o qualsiasi altra cosa. L’importante e che questa sia rigorosamente “firmata”: una vittima della moda che cerca di raggiungere a tutti i costi un valore apparente. In alternativa, se l'oggetto da acquistare non è un capo di abbigliamento, è comunque qualcosa di non strettamente necessario, un semplice capriccio da soddisfare nel minor tempo possibile. In pochissimi casi una ragazza intraprende una strada del genere per mangiare e pagare l'affitto...
2. Per intraprendere la carriera “hard”, In altre parole, il sistema apparentemente più semplice per fare soldi. Ma anche il mondo del porno, come tanti altri, è difficile e impegnativo da percorrere. Ci sono molti altri modi per guadagnare soldi, che permettono di vivere dignitosamente, danno maggiori soddisfazioni a livello personale e non inducono a spersonalizzarsi completamente...
3. Per trasgredire, per noia, per farsi vedere (dagli altri). A tal proposito, c’è ben poco da dire, lascio a voi il commento ideale a questo tipo di ragazza...
Comunque la si voglia vedere, tutte le strade portano necessariamente alla “voglia di apparire”. Di essere per forza “qualcuno”, di farsi notare in una società colma di messaggi dai quali è difficile emergere. Quindi la colpa è dei mass-media, che propongono solo modelli “perfetti” (ricordatevi sempre che le foto e i video che vedete tutti i giorni sono tutti più o meno ritoccati...), vite perfette, lavori perfetti ecc... Insomma tutto perfetto: ma solo per loro, i grandi padroni di televisioni, radio, giornali, che continuano da anni a guadagnare facendo credere alla gente che basta raggiungere la perfezione per essere veramente felici.

25 luglio 2008

Carne in saldo!


Tratto da www.affariitaliani.it
Milano/ Modelle in vetrina da Coin.
Per promuovere i saldi
I passanti si fermano, ammirati da tanta bellezza. Il negozio di Coin in Piazza Cinque Giornate, a Milano, è diventata una sorta di attrazione. I pubblicitari del grande magazzino hanno infatti avuto un'idea originale: mettere in vetrina le modelle al posto dei manichini. Insomma, splendide modelle ammiccano dietro il vetro, in bikini, stese su asciugamani. Mollemente accasciate di fronte all'asfalto rovente. Tutto per promuovere i saldi da Coin. E per allietare l'occhio dei passanti. Sperando che diventino clienti.

E già, speriamo diventino clienti. Alla Coin la sanno lunga e, con una geniale trovata alla “Lucignolo”, hanno messo la carne in saldo. Sperando che, tra un’occhiata e l’altra, il “maschio medio italiano” si fermi ad acquistare l’intera collezione Primavera-Estate del negozio. A questo proposito mi chiedo: ma non erano finiti i tempi della donna-oggetto? Della disparità oggettiva tra uomo e donna? Un appello a tutti i creativi: basta usare il corpo femminile come unico e potente richiamo pubblicitario. Nel mondo c’è ben altro da cui attingere creatività per richiamare l'attenzione della gente. E intanto, voi cari signori della Coin, potreste fare un favore alle vostre gentili clienti (in quantità, molte più degli uomini...) mostrando anche due, tre bei giovanotti virili e palestrati. Per raggiungere, almeno in vetrina, una vera parità tra i due sessi.

24 luglio 2008

Ti condanno al... museo!


Tratto da www.corriere.it
Idroscalo, la «morte» non dà più spettacolo.

MILANO - Il manichino del «condannato a morte» al Luna EuroPark di Segrate, nei pressi dell'Idroscalo di Milano, è avvolto da un telo blu da ieri sera. La direzione del parco ha deciso di rimuoverlo, dopo una giornata di polemiche e le proteste di numerose associazioni. Anche se il giostraio, proprietario dell'attrazione, Renzo Biancato, spera ancora in una riapertura: «Parlerò con il mio legale. Conosco il direttore da molto tempo e abbiamo deciso insieme la chiusura, ma spero ancora che ci sia una possibilità di riaprirlo, sempre d'intesa con la direzione». VENUTI APPOSTA - Direzione che ha precisato di avere preso la decisione «nel rispetto delle associazioni e dei bambini». Ieri sera, davanti al telo che copre il manichino e la finta sedia elettrica, c'erano alcuni ragazzi venuti apposta per vederlo, dopo aver guardato il filmato su Youtube: «Non è giusto, era solo un fantoccio e non faceva male a nessuno». Di diversa opinione alcune madri a spasso per il parco con i figli: «Era una cosa raccapricciante, che spaventava tutti, specialmente i bambini». LA MORATTI - Il sindaco di Milano Letizia Moratti aveva subito definito «indegno» lo spettacolo e aveva chiesto di interromperlo quanto prima. «Grazie all'intervento pressante del ministro Emma Bonino e all'azione del governo Prodi l'Italia si è battuta strenuamente contro la pena di morte. Non si può fare una battaglia di questo livello e poi permettere che si giochi con macabre riproduzioni di esecuzioni capitali», aveva sottolineato il sindaco. REAZIONI - Il Vicepresidente della Provincia di Milano, Alberto Mattioli, ricevuta telefonicamente la conferma della chiusura dell'attrazione, ha ringraziato in una nota la direzione del parco giochi per il senso di responsabilità e la sensibilità dimostrate nel gestire la vicenda. Il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori, sottolinea che la chiusura «non ci esime dall'esprimere esecrazione e dal richiedere alle autorità competenti maggiori controlli. Atti come questo contribuiscono a rendere sempre più cinica la realtà che circonda i soggetti in età evolutiva e dunque sono da ritenersi socialmente dannosi».

Per una volta sono d’accordo, convinto più che mai che sia stato corretto togliere il manichino del “condannato a morte”. Non sono contrario all’attrazione in se, quanto al luogo in cui è stata posizionata: un parco giochi, frequentato soprattutto da bambini e adolescenti, non dovrebbe mai proporre esempi del genere al proprio pubblico. Esempi che però non sono totalmente diseducativi e, a tal proposito, proporrei al signor Biancato, il proprietario dell’attrazione, di collocare il suo nuovo "business" in un museo, tipo quello delle torture. Dove i curatori spiegherebbero, sicuramente meglio e da un punto di vista scientifico, il funzionamento della macchina e, magari, i motivi che spingono gli uomini ad usarla. Motivi che, per quanto mi riguarda, non servono e non serviranno mai a diminuire l’onda di violenza che, purtroppo, sconvolge la società dei giorni nostri. Perchè la pena di morte non è un deterrente utile contro la criminalità, ma soltanto una meschina vendetta di pochi “approvata dalla collettività”.

Per approfondimenti:
http://www.peacelink.it/storia/a/2586.html

23 luglio 2008

Oh mia bela madunina...


Tratto da www.affariitaliani.it
I "madonnari" cacciati dal Duomo.

"Il vicesindaco ci lasci in piazza Duomo. Nelle altre piazze della città non possiamo sopravvivere". Presidio dei madonnari e ritrattisti davanti a palazzo Marino "contro la decisione del Comune di spostarci dalla nostra piazza Duomo per dividerci per la città". Una quindicina, fra madonnari e ritrattisti, si sono riuniti in piazza della Scala con pastelli, cavalletti e tele. "Da qualche mese il Comune ha deciso di fare “ripulisti” di noi in piazza Duomo - spiega Luigi Fiore Penna, che si presenta come “rappresentante dei ritrattisti italiani e stranieri” - negandoci l'autorizzazione a continuare la nostra attività sotto la Madonnina. Siamo in 25, e il permesso a stare in piazza Duomo è stato concesso solo a due. Tutti gli altri sono stati sparpagliati per Milano, in zone in cui è impossibile per noi sopravvivere con il nostro lavoro. E c'è pure chi ha fatto domanda a maggio e ha avuto risposta che riceverà il permesso nel 2009: fa il madonnaro da una vita, da 45, 50 anni, come può campare?". Di 800 euro l'anno il costo per il permesso: "Per noi è una cifra non irrilevante - spiegano - e chiediamo al vicesindaco che ci lasci dove siamo sempre stati, e ci permetta di vivere continuando a fare i ritratti".


Poveri madonnari, anche loro finiti nell'occhio del ciclone! Nonostante da secoli non diano fastidi a nessuno, svolgendo il loro umile lavoro all’aperto e in tutti i periodi dell’anno e, per di più, pagando annualmente un permesso di “ben” 800 euro al Comune di Milano. Tante, troppe persone paragonano i madonnari a “poveri barboni nullatenenti”, quando in realtà rappresentano un inestimabile patrimonio culturale vivente del nostro Paese. Artisti moderni, che devono essere liberi di esprimersi dove meglio credono, non dove gli altri vorrebbero altri (vedi i vari sindaci e vicesindaci di turno). Nessun milanese riuscirebbe ad immaginare piazza del Duomo senza i madonnari: fanno ormai parte della cultura e della storia della nostra città. Non spostiamoli, dunque, ma lasciamoli dove loro desiderano: in fondo, con la loro arte, non fanno altro che rendere straordinario il centro di Milano.

18 luglio 2008

Colpito da "scemenza fulminante"


Attenzione, bagnanti italiani! Avete la cellulite? La pancetta? Le smagliature? Se la risposta è si, complimenti! Siete entrati a far parte della grande famiglia dei “depressi da costume”, mutazione moderna della ormai superata “sindrome da pareo”. Ma non dovete preoccuparvi più di tanto, visto che la soluzione c’è ed è in arrivo direttamente sulle vostre spiagge. Un fischio, ed il Prof. Gottarelli, con il suo “beach check-up”, arriverà a consolarvi e a sfatare tutti i falsi miti riguardanti la chirurgia plastica, ridando fiducia in chi magari non si sente bene con sé stesso e crede che il bisturi sia la soluzione per i suoi problemi. Rimango esterefatto, dinanzi a cotanta saggezza... Tralasciando la mia inevitabile predica moralista (coloro che vedono e si vedono soltanto esteriormente, hanno capito veramente poco della vita...) nell’intervista, intitolata “Depressione da costume: colpiti 4 italiani su 5. E a Rimini arriva il chirurgo in spiaggia per i consigli” si può inoltre leggere “Sono in aumento le persone depresse - dichiara il Prof. Gottarelli, chirurgo estetico - che curano erroneamente la loro depressione o la loro inadeguatezza cambiandosi i connotati”. Ma questa persona conosce il vero significato della parola "depressione"? Oggi giorno, infatti, si parla troppo spesso (a vanvera) di quella che è una vera e propria "malattia": viene definito depresso chi è triste, chi va male a scuola, chi si ferisce al mignolino del piede. Ma la vera depressione è ben altro, è una patologia dell’umore che ha sintomi e conseguenze ben precise (vedi approfondimenti al riguardo). Bisogna stare attenti, ad affrontare questo tema, perchè sono proprio medici simili all'esimio Gottarelli che prescrivono con leggerezza scatole di psicofarmaci a pazienti che non sono depressi, ma soltanto profondamente delusi dalla vita. Il caro medico, dovrebbe piuttosto sapere che a un vero depresso non verrebbe mai in mente di farsi fare un'operazione chirurgica...

Per approfondimenti:
http://www.affaritaliani.it/cronache/estate-quattro-italiani-su-cinque-170708.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Depressione_(malattia)
http://www.ipsico.org/psicofarmaci.htm

17 luglio 2008

Domenica fortunata


Nicole Kidman e il marito Keith Urban hanno detto di no a diverse offerte multimilionarie di alcune riviste, disposte a tutto (o quasi) per avere l’esclusiva sulle foto di Sunday Rose, la loro piccola bimba. Bravi, Nicole e Keith: avete rinunciato al vil denaro pur di salvaguardare, da flash ed ore di inutile stress, la vostra creatura. Perchè è difficile rinunciare alle valanghe di dollari offerti dai tabloid: vedi gli 11 milioni elargiti per l’esclusiva sui gemellini Jolie-Pitt, o ai 4 della popstar J-Lo. Rinunciando a cotanta abbondanza, i due coniugi dovrebbero ottenere in cambio, ciò che è considerato forse il più prezioso dei beni odierni: il tempo. Per le poppate, per il cambio di pannolini, per stare insieme e godersi la vita: insomma, per avere uno straccio di vita “normale”, in un mondo, quello dello spettacolo, totalmente al di fuori da ogni logica comune. Questo è ciò che mi piace immaginare di questa vicenda e, anche se si dovesse trattare soltanto di una trovata pubblicitaria, non importa: Nicole e Keith hanno comunque dimostrato al mondo quanto ci tengano alla loro “Domenica”. Cosa non da poco, in questi tempi.

Per approfondimenti
http://magazine.libero.it/gossip/radioserva/ne8401.phtml

16 luglio 2008

Parlamentare o per..lamentare?


ROMA - «Rappresenta una immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità». Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia, e le deputate Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa ce l’hanno con lo spot della Tim trasmesso in questi giorni in televisione. Per questo annunciano «un’ interpellanza urgente in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati». Secondo le tre parlamentari, il messaggio veicolato dalla pubblicità della compagnia telefonica, che è rivolto «al largo pubblico, specialmente adolescenziale», finisce per «sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili».
SESSUALITA’ ANNI 70 - «Nella pubblicità - dicono - si evidenza chiaramente come non vi sia la certezza della paternità di un nascituro che viene ridotto, quindi, al prodotto del gioco di una notte, che peraltro rispolvera un concetto della sessualità tipico degli anni ‘70 oramai superato. Mettere al mondo un figlio - concludono - è un atto di amore e di responsabilità che non può essere svilito e offeso per mere speculazioni commerciali».
RADUNO - Nello spot finito nel mirino, si vede una giovane in una sorta di raduno hippie: la protagonista, dopo aver fatto il test di gravidanza, comunica via sms la sua maternità a una serie di ragazzi e di uomini. Per tutti lo stesso messaggio: «Avremo un bambino».

Questo è il testo completo di un articolo, apparso oggi nell'edizione on-line del Corriere della Sera. Sinceramente, io credo che siano questi commenti ad essere ormai superati e non il "concetto di sessualità tipico degli anni ‘70" espresso nello spot. Ma come fanno queste tre donne a credere che, al giorno d’oggi, uno spot televisivo possa portare i nostri adolescenti a "sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili"? Come possono pensare che una campagna, nata con l’intento di far sorridere la gente, rappresenti “un’immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità"? Le donne e gli adolescenti d’oggi non sono così cretini. Assorbono quotidianamente informazioni di ogni tipo, ma sono anche capaci di rielaborarle nel modo corretto (perchè hanno un “loro” cervello: anche se, forse, le tre parlamentari credono che non ce l’abbiano...). Sono molto superficiali nell’affrontare temi come la maternità e il sesso, ma hanno a loro disposizione migliaia di risorse per capirli a fondo (visto che, spesso, la superficialità dei figli nasce dalla mancanza di una guida "genitoriale" sana e corretta). Questo commento mi sa tanto della “mamma superprotettiva che cerca di proteggere il figlio da una società sempre più corrotta”: una figura, purtroppo, ancora troppo diffusa in Italia. Perchè, invece di “un’interpellanza urgente in commissione”, queste tre donne non chiedono ai genitori italiani di passare più tempo con i loro figli, evitando di delegare alla televisione o ad altri il loro ruolo di "guida" nella vita? Alle tre parlamentari, invece, chiedo soltanto una cosa: lamentarsi per un senso “vero”, non senza senso... (visto che vi paghiamo per fare altro...).

Per approfondimenti:
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_16/spot_tim_polemiche_e8ee2bca-531e-11dd-a364-00144f02aabc.shtml

15 luglio 2008

Santa Rita, facci la grazia...


Via un’altro e, ormai, sono rimasti in cinque. É questo, infatti, il numero dei degenti presenti ieri nella ormai tristemente famosa clinica Santa Rita. Pochi ma fortunati, visto che hanno a loro completa disposizione circa 900 persone tra infermieri, medici e personale ospedaliero vario. Neanche la più rinomata delle cliniche svizzere può vantare tali numeri. Ma i problemi sono tanti: perchè criminalizzare un’intero ospedale per le gravi colpe di pochi medici assassini? Perchè non si adottano serie e veloci misure di emergenza per il personale, vista la totale assenza di lavoro? Perchè nessuno ha mai letto prima i dati di attività relativi alla clinica? Dati che hanno visto la Santa Rita simile ad una “grassa gallina dalle uova d’oro”: nel 2007, 600 mila prestazioni ambulatoriali, 15136 ricoveri (di cui oltre 4000 dal pronto soccorso), quasi il 13% dei pazienti provenienti da fuori regione. Errori di generalizzazione, quindi, mescolati senza senso ad un menefreghismo verso lo Stato ed i suoi disservizi che, a malincuore, paghiamo ogni giorno sempre di più.

Un tipo della Madonna!


Balzato all’onore del gossip di questi giorni, oggi parleremo di tale Christopher Ciccone, fratello meno famoso della nota pop-star Madonna. Forse, proprio perchè meno famoso, ha deciso finalmente che è arrivato il suo momento di gloria. Per ritagliarsi il suo piccolo spazio di notorietà sui mass-media, ha scritto un libro dove spara “letteralmente” a zero su sua sorella e spiattella al mondo intero diversi particolari della sua vita privata. Come, ad esempio, che Madonna penserebbe solo ed unicamente a come reinventare la sua immagine, trascurando la famiglia e dedicandosi notte e giorno alla cura ossessiva del corpo. Oppure che quando la pop-star decise di avere il primo figlio, compilò una lista di padri papabili, scegliendo infine il personal trainer e attore Carlos Leon “benché non fosse certa che soddisfacesse il livello d’intelligenza sperato”. Scrivendo questo libro, il dolce Christopher spererà così di entrare nell’”Olimpo dei famosi”, di quelli che contano davvero (di quelli che, per intenderci, hanno dai sei ai dodici zeri sul proprio conto bancario...). Caro ragazzo, vuoi dunque dire al mondo che, in tutta la tua vita, non hai trovato nessun altro modo di fare denaro se non, appunto, vivendo di fama riflessa? Visto che sei così bravo a scrivere, perchè non hai scarabocchiato, piuttosto, un libro sulla danza (il ragazzo fa un ballerino, nella vita di tutti i giorni...) o autobiografico? Così facendo, però, avresti pubblicato un libro misero, destinato a rimanere sepolto nella polvere per anni interi. Invece, con il libro “scandalo” su tua sorella, venderai migliaia di copie in pochi giorni a tutti i poveri “consumatori di gossip”, esseri umani privi di obiettivi nella vita se non quello di interessarsi alle vite altrui. Complimenti, caro Christopher: hai capito i veri desideri dell’uomo mediocre ed il modo più rapido per accontentarli, traendone il massimo del profitto.

11 luglio 2008

Cavaliere, ti sfido a singolar tenzone!


Finalmente hanno approvato il disegno di legge della cosiddetta “norma blocca-processi”. Nei giorni scorsi, ansioso ed agitato come non mai, attendevo con ansia la conclusione di questa vicenda. Ma da adesso in poi potrò rilassarmi: niente più procedimenti in corso, niente più giudici o magistrati, niente più aule di Tribunale... non dovrò più subire niente di tutto ciò! Sono un uomo libero... Un amico mi batte la mano sulla spalla, risvegliandomi dai miei pensieri... “Enrico svegliati! Guarda che questa legge riguarda soltanto le prime quattro cariche dello Stato!”. Mi viene un dubbio: “Ma la legge non dovrebbe essere uguale per tutti? Lo dice anche l’articolo 3 della Costituzione...”. Risponde il mio amico: “Sei l’unico che crede ancora a queste favole. Ma non temere, il Cavaliere senza macchia e senza paura non è “tutti”. E, adesso che non avrà più nessuno ad intralciare il suo lavoro, riuscirà finalmente a salvare l'Italia...”.

Per approfondimenti:
http://www.altalex.com/index.php?idnot=995#art3

10 luglio 2008

L’inferno spagnolo...


Il caso di Federica Squarise ha nuovamente messo sotto accusa le cosiddette “isole del divertimento”, come Lloret De Mar, Ibiza, Kos e le nostrane Rimini e Riccione. Da sempre definite superficialmente “luoghi di perdizione”, i loro nomi riecheggiano continuamente nei cervelli di tutti quegli apprensivi genitori che decidono, a malincuore, di mandare i propri pargoli in vacanza da soli. Forse, nei loro incubi estivi, li immaginano immersi in orge boccaccesche, intenti a mandar giù fiumi d’alcol e droghe d’ogni tipo. E’ certo che luoghi del genere offrono questi (ma anche molti altri) sballi da capogiro. Però bisogna anche andarseli a cercare, visto che non sono alla portata di tutti, come molti credono, ma soltanto di chi li desidera realmente. I problemi d’alcol e di droga, infatti, derivano sempre dal senso di responsabilità e dal grado d’intelligenza d’ogni singolo ragazzo e non dal luogo in cui lui si trova. Sono andato anch’io a Lloret De Mar e non ho avuto bisogno di 8 mojito o 3 cilum a sera per divertirmi alla grande: a quei pochissimi imbecilli che me li hanno offerti, ho sempre detto “no”. Forse, prima di esprimere commenti negativi su questi bellissimi posti (ricordo, ad esempio, che a Lloret De Mar c’è un mare stupendo...), bisognerebbe ragionare di più sulle odierne insoddisfazioni materiali dei nostri ragazzi e alle loro inquietudini esistenziali. Disagi che, il più delle volte, li trasformano e li spingono ad andare “oltre il limite” in tutti i campi della loro vita, soltanto per darle un senso. E al vero ruolo di un genitore, il più delle volte presente nella vita di un figlio soltanto fisicamente, ma non psicologicamente.

Morti (o mosche) bianche?


Di sicurezza sui posti di lavoro se ne parla veramente troppo poco. Le notizie sulle morti bianche assomigliano tanto alle ben note mosche dello stesso colore: rare ed introvabili, faticano ad emergere dal quotidiano bombardamento d'informazioni al quale siamo sottoposti. I media sembrano occuparsi di loro soltanto quando, a lasciarci la pelle, sono in tanti: ThyssenKrupp (7 morti, dicembre 2007), azienda Renato Cignelli (4 morti, 6 febbraio 2008), Track Center, (5 morti, 4 marzo 2008), depuratore di Mineo (6 morti, 11 giugno 2008). Tanti morti, che diventano così importanti articoli da prima pagina meritevoli di un'inutile gloria: e tutti gli altri? Ogni anno in Italia, sui posti di lavoro avvengono circa un milione d’incidenti e di questi oltre mille hanno un tragico epilogo. In questi ultimi anni, le cosiddette “morti bianche” sono state più di quelle occidentali in Iraq. Dati che dovrebbero far inorridire, ma che rimangono avvolti nell’indifferenza quotidiana. Per fortuna, qualcosa si sta muovendo: ho appena finito di vedere www.iolavorosicuro.it, un sito di Pubblicità Progresso. Fatto molto bene, illustra i 10 punti fermi che ogni azienda (ed ogni lavoratore) dovrebbero sempre rispettare. Perchè tutti i bambini hanno il diritto di veder “sempre” tornare a casa il loro papà...

Per approfondimenti:
www.iolavorosicuro.it/
lombardia.indymedia.org/?q=node/2573
sacrariodeicancellati.blogspot.com/
it.wikipedia.org/wiki/Caduti_del_lavoro

9 luglio 2008

Lucignolo, oh tu che mi combini?


Ho appena finito di leggere una feroce critica di Aldo Grasso al programma Lucignolo e sinceramente non capisco tanto questo suo accanimento. Perchè arrabbiarsi tanto per un programma che, tutto sommato, è soltanto lo specchio dei desideri dell’italiano medio?
Perchè il MOIGE (Movimento italiano Genitori) bolla sempre questo (ed altri programmi simili) come “altamente diseducativi”? Io non sono assolutamente d’accordo, visto che ammetto di aver guardato “Lucignolo” e di guardarlo tutt’ora (ma con distacco, visto che nel frattempo faccio anche altro...). Al contrario, considero “Lucignolo” un’ottima palestra per noi genitori. Quando mia figlia sarà più grande, infatti, le dirò senza tanti giri di parole che quel programma “non è la realtà, ma solamente un misero teatrino di figuranti costantemente abbronzati e sorridenti”. Non mi sono mai immedesimato nei suoi protagonisti e le loro “belle vite” (e, dunque, non ho mai provato invidia per ciò che non ho...) ma, al contrario, continuo tutt'ora a ringraziare Dio per avermi regalato una vita “normale”. E’ da anni che la televisione ha perso il suo ruolo informativo, (passandolo ad Internet, un vero media attivo, visto che posso decidere io cosa vedere e cosa no...) trasformandosi in una sorta di circo costruito al solo scopo di intrattenere ed inondare di pubblicità il povero spettatore. Dunque non ci arrabbiamo più di tanto con i produttori, gli autori e tutti coloro che lavorano nella (e per la) televisione: in fondo, non fanno altro che proporci soltanto ciò che vogliamo sentirci dire. E poi, se proprio consideriamo Lucignolo e altri programmi “telespazzatura”, possiamo sempre spegnere la tele e dedicarci ad altro. Magari scoprendo qualcosa di nuovo su Internet, leggendo o, meglio ancora, giocando con i nostri bimbi...

Per approfondimenti:
www.corriere.it/spettacoli/08_luglio_02/lucignolo_aldo_grasso_2046df28-4801-11dd-b8f1-00144f02aabc.shtml

Vai, fratello metallo, vai...


Da un paio di giorni non sento altro che parlare di Fratello Metallo. Articoli su giornali, internet e infine, Lunedì scorso, anche in televisione. Per chi ancora non sapesse di chi stiamo parlando, Fratello Metallo, alias Frate Cesare Bonizzi, è un missionario cappuccino che come “secondo lavoro” fa il cantante heavy-metal e che, recentemente, ha anche suonato al “Gods of Metal”, la più importante manifestazione italiana del genere. Tralasciando le superficiali ed inevitabili critiche dei soliti benpensanti (un uomo di Chiesa che fa musica heavy-metal è soltanto una trovata pubblicitaria ecc...) io penso semplicemente che quest’uomo sia veramente straordinario, perchè deve lottare su tre fronti:
- cercare di abbattere l’enorme muro d’ignoranza che circonda il Vaticano.
- predicare e, di conseguenza, avvicinare la gente comune ad un genere di musica colmo di pregiudizi (per curiosità, provate a chiedere in giro in quanti credono ancora che l’heavy-metal sia la “musica di Satana”) e, contemporaneamente, fregandosene altamente delle banali etichettature della critica, ma andando avanti a fare ciò che più gli piace.
- Ultima, ma non da meno, farsi accettare in un ambiente, quello del metal, da sempre opposto a tutto ciò che è legato in qualche modo alla Chiesa.
Un guerriero che, nonostante si sia avvicinato soltanto da pochi anni al mondo dei metallari (ha già al suo attivo più di quindici cd, ma la maggior parte contiene "musica di chiesa") ha già raggiunto traguardi importanti e già solo per questo dovrebbe essere rispettato.

P.S. ha anche il rosario in metallo... che mito!

Per approfondimenti:
www.fratecesare.com

8 luglio 2008

Il mare ad Agosto? No, grazie!


Premetto che non sono contrario al mare. Mi piace e mi sono sempre sentito a mio agio tra le limpide acque blu del Mediterraneo. Quello che non sopporto è il “dover andare a tutti i costi al mare ad Agosto”, un obbligo seminascosto nella maggior parte degli italiani che, rimasto sopito per tutto l’inverno, riemerge prepotentemente all'avvio della bella stagione. Andare per forza al mare ad Agosto... perchè? Ormai non ha più senso, soprattutto per quanto riguarda i prezzi. Basti pensare ad ombrelloni e sdraio, che in alta stagione diventano carissimi, quasi quanto interi pacchetti vacanza in bassa stagione. Oppure alle migliaia d’alberghi di infima categoria, con camere-loculi offerte a peso d’oro al miglior offerente (neanche fossero quattro stelle in Costa Smeralda). E tutto ciò per cosa? Per il divertimento? Per il relax? Per i bambini? Per la tintarella? Diciamoci la verità, il vero motivo e che molti vedono la vacanza ancora come uno “status-symbol”. Qualcosa a cui non si può e non si deve rinunciare. Qualcosa di cui parlare e vantarsi con amici e parenti "sfigati". Sfigati perchè non sono “potuti andare al mare ad Agosto” (salvo poi scoprire che magari hanno fatto la nostra stessa vacanza, a fine Settembre, a metà prezzo..). Questo è, secondo me, il vero motivo che spinge le persone ad indebitarsi pur di andare al mare ad Agosto. Che consiglia (o costringe?) la gente a pagare le ferie "in dodici comode rate mensili". Che porta la gente a dilapidare interi stipendi in discoteche, cene e divertimenti d’ogni tipo. Perchè in vacanza ad Agosto, “tutto è concesso”, tranne essere poveri. Quest’anno ho deciso, per la prima volta, di andare in montagna ed ho trovato un buon tre stelle (Trentino, mezza pensione, piscina, sauna ecc...). Mi divertirò (farò decine di escursioni, a piedi e in mountain-bike, tra boschi e sentieri), mi rilasserò (al contrario dell’aria iodata di mare, quella di montagna risulta essere molto più salutare, soprattutto per i bambini) mi abbronzerò (forse anche più che al mare) e quando vorrò rinfrescarmi, andrò in piscina. Allo stesso prezzo, al mare, avrei forse trovato un minuscolo due stelle a Rimini, a 1 km dalla spiaggia...

Per approfondimenti:
www.trentino.to
www.cattolicahotels.org/listino_prezzi.htm

Gli italiani hanno le tasche vuote... e i giornali se ne accorgono soltanto ora!


Questo è l’ultimo di un’infinita serie di titoli, articoli, trafiletti (e chi più ne ha più ne metta) pubblicato su un portale che ho letto proprio pochi minuti fa. Io non credo che i giornali (e i giornalisti) si siano accorti soltanto adesso di questa crisi, crisi che ormai è in atto da anni e che ha investito tutti i settori dell’economia. Credo che piuttosto le colpe siano da attribuire a due fattori. Il primo è l’avvento dell’euro visto, al suo esordio, come la panacea di tutti i mali, salvo poi trasformarsi nell’unica causa di un progressivo peggioramento della qualità delle nostre vite. Molte, troppe persone hanno speculato sul cambio da lira ad euro (negozianti, grossisti, produttori...) rivedendo i loro prezzi sulla base del loro profitto e “fregandosene altamente” del potere d’acquisto della gente, il loro “mercato”. Ma ovviamente il compito di rivedere i prezzi non spettava a loro, quanto allo Stato, che aveva il dovere di fissare un tetto massimo ai prezzi di ciascun alimento, in particolar modo ai cosiddetti “beni di prima necessità” (pasta, pane, riso...). Il secondo fattore è l’espansione sempre più forte dell’economia asiatica, che sta letteralmente “distruggendo” quella dei paesi europei. Prezzi stracciati (la qualità, ormai è un optional, se confrontata al profitto...) e gente che lavora il doppio delle nostre ore per la metà (ma anche meno) del nostro stipendio. L’unico modo per uscire da questa crisi è rilanciare la nostra economia, ma per farlo bisogna soltanto puntare sulle nostre aziende. Tempo fa ho sentito una proposta, che mi ha molto colpito e che condivido in pieno. Una sorta di “patto tra lo Stato e le aziende" (che duri un tot di tempo), che permetta loro di pagare molte meno tasse rispetto ad oggi. Con maggiori liquidi a disposizione, gli imprenditori possono così investire i propri profitti in altro modo, garantendo un graduale rilancio dell’economia. Se non riescono in questo compito nel tempo prestabilito, si ritornerà alla tassazione precedente (o addirittura maggiorata). Magari è un modo un troppo semplicistico di risolvere la situazione, ma credo che l’unico modo per stare tutti meglio sia osare. Non stagnare, come da anni sta facendo il nostro Bel Paese.