8 luglio 2008

Gli italiani hanno le tasche vuote... e i giornali se ne accorgono soltanto ora!


Questo è l’ultimo di un’infinita serie di titoli, articoli, trafiletti (e chi più ne ha più ne metta) pubblicato su un portale che ho letto proprio pochi minuti fa. Io non credo che i giornali (e i giornalisti) si siano accorti soltanto adesso di questa crisi, crisi che ormai è in atto da anni e che ha investito tutti i settori dell’economia. Credo che piuttosto le colpe siano da attribuire a due fattori. Il primo è l’avvento dell’euro visto, al suo esordio, come la panacea di tutti i mali, salvo poi trasformarsi nell’unica causa di un progressivo peggioramento della qualità delle nostre vite. Molte, troppe persone hanno speculato sul cambio da lira ad euro (negozianti, grossisti, produttori...) rivedendo i loro prezzi sulla base del loro profitto e “fregandosene altamente” del potere d’acquisto della gente, il loro “mercato”. Ma ovviamente il compito di rivedere i prezzi non spettava a loro, quanto allo Stato, che aveva il dovere di fissare un tetto massimo ai prezzi di ciascun alimento, in particolar modo ai cosiddetti “beni di prima necessità” (pasta, pane, riso...). Il secondo fattore è l’espansione sempre più forte dell’economia asiatica, che sta letteralmente “distruggendo” quella dei paesi europei. Prezzi stracciati (la qualità, ormai è un optional, se confrontata al profitto...) e gente che lavora il doppio delle nostre ore per la metà (ma anche meno) del nostro stipendio. L’unico modo per uscire da questa crisi è rilanciare la nostra economia, ma per farlo bisogna soltanto puntare sulle nostre aziende. Tempo fa ho sentito una proposta, che mi ha molto colpito e che condivido in pieno. Una sorta di “patto tra lo Stato e le aziende" (che duri un tot di tempo), che permetta loro di pagare molte meno tasse rispetto ad oggi. Con maggiori liquidi a disposizione, gli imprenditori possono così investire i propri profitti in altro modo, garantendo un graduale rilancio dell’economia. Se non riescono in questo compito nel tempo prestabilito, si ritornerà alla tassazione precedente (o addirittura maggiorata). Magari è un modo un troppo semplicistico di risolvere la situazione, ma credo che l’unico modo per stare tutti meglio sia osare. Non stagnare, come da anni sta facendo il nostro Bel Paese.

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