10 luglio 2008

L’inferno spagnolo...


Il caso di Federica Squarise ha nuovamente messo sotto accusa le cosiddette “isole del divertimento”, come Lloret De Mar, Ibiza, Kos e le nostrane Rimini e Riccione. Da sempre definite superficialmente “luoghi di perdizione”, i loro nomi riecheggiano continuamente nei cervelli di tutti quegli apprensivi genitori che decidono, a malincuore, di mandare i propri pargoli in vacanza da soli. Forse, nei loro incubi estivi, li immaginano immersi in orge boccaccesche, intenti a mandar giù fiumi d’alcol e droghe d’ogni tipo. E’ certo che luoghi del genere offrono questi (ma anche molti altri) sballi da capogiro. Però bisogna anche andarseli a cercare, visto che non sono alla portata di tutti, come molti credono, ma soltanto di chi li desidera realmente. I problemi d’alcol e di droga, infatti, derivano sempre dal senso di responsabilità e dal grado d’intelligenza d’ogni singolo ragazzo e non dal luogo in cui lui si trova. Sono andato anch’io a Lloret De Mar e non ho avuto bisogno di 8 mojito o 3 cilum a sera per divertirmi alla grande: a quei pochissimi imbecilli che me li hanno offerti, ho sempre detto “no”. Forse, prima di esprimere commenti negativi su questi bellissimi posti (ricordo, ad esempio, che a Lloret De Mar c’è un mare stupendo...), bisognerebbe ragionare di più sulle odierne insoddisfazioni materiali dei nostri ragazzi e alle loro inquietudini esistenziali. Disagi che, il più delle volte, li trasformano e li spingono ad andare “oltre il limite” in tutti i campi della loro vita, soltanto per darle un senso. E al vero ruolo di un genitore, il più delle volte presente nella vita di un figlio soltanto fisicamente, ma non psicologicamente.

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